C’era una volta l’oratorio e (fortunatamente) ancora c’è. Intervista a Gigi Guerra

In un momento in cui incontrarsi dal vivo è quanto mai complicato, anche le parrocchie e gli oratori si scoprono più social e s’impegnano a tenere vivi rapporti di amicizia e a costruirne di nuovi, continuando a svolgere un’importante funzione educativa.

Cos’ha tolto la pandemia agli oratori? “Ha tolto tanto”, risponde senza tentennamenti Gigi Guerra, catechista presso la parrocchia San Giuseppe di Manfredonia. “Le famiglie ci affidano i loro figli che molto spesso vedono in noi catechisti delle persone a cui potersi affidare. Spesso capita che veniamo a conoscenza di situazioni difficili, perché i ragazzi capiscono che possiamo essere per loro un punto di riferimento e soprattutto che possiamo dar loro una mano con discrezione”. Ai tempi del Covid, però, non potersi guardare negli occhi per far balenare una scintilla che possa trasformarsi in una richiesta di aiuto non è semplice.

“Però ha anche dato tanto”, aggiunge Gigi e poi spiega: “Il valore dell’amicizia che va al di sopra anche delle difficoltà, ad esempio. E ho potuto sperimentarlo personalmente quando io e la mia famiglia siamo stati colpiti dal Covid e sotto i nostri balconi venivano i nostri ragazzi a salutarci a distanza e a farci coraggio. Don Biagio Grilli e don Giovanni Antonacci hanno anche l’abitudine di chiamare ogni sera dopo la messa chi è malato di Covid per sapere come sta e dare una parola di conforto. La pandemia ha insegnato che ci può essere vicinanza nella mancanza”.

Con le dovute precauzioni e rispettando il distanziamento, la San Giuseppe sta portando avanti le prime confessioni per i bambini che quest’anno riceveranno il sacramento della prima comunione. “Noi siamo come una grande famiglia, dove ci sosteniamo a vicenda e portiamo avanti i vari percorsi, nonostante i momenti bui. La fede ti fa fare cose incredibili!”.

L’oratorio è ancora oggi un punto di riferimento per tanti, dove si alternano momenti di gioco e preghiera. È di pochi giorni fa la notizia che la Regione Umbria ha stretto un accordo con la Conferenza Episcopale per una convenzione sugli oratori, considerati: “una palestra che contribuisce al bene della società formando i giovani, valorizzando la funzione sociale delle strutture parrocchiali per bambini e adolescenti e svolgendo un servizio essenziale e di grande sostegno alle famiglie che li identificano come un punto di riferimento importante”.

“Io ho iniziato a fare il catechista quando avevo 16 anni. Oggi ho creato un team formidabile con Lina Schiavone e sono felice di sapere che siamo diventati un punto di riferimento per tanti, perché non si può delegare l’educazione alla vita solo alla scuola o alle famiglie. Ognuno deve poter dare il proprio contributo in una società dove è sempre più semplice perdersi”, conclude Gigi Guerra, con l’auspicio che tanti altri giovani come lui possano decidere di diventare catechisti.

di Maria Teresa Valente

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