Sul disastro di Casamicciola nelle scorse ore il dibattito politico si è fatto sempre più insistente. Oggi, come riporta Repubblica, è uscita la notizia di una denuncia di pochi giorni fa, il 22 novembre, in cui si avvisavano le autorità di possibili frane. Pochi giorni dopo, a seguito dell’allerta meteo diramata dalla protezione civile, quell’avvertimento si è trasformato, sciaguratamente, in una corretta previsione.
Il 22 novembre l’ingegnere Peppino Conte, già sindaco di Casamicciola nei primi anni ’90 e poi funzionario della Regione Campania, aveva scritto: “Bisogna intervenire immediatamente su tutti gli alvei di Casamicciola onde evitare di correre il rischio che ci si possa trovare nuovamente di fronte a una situazione simile a quella dell’alluvione del 1910, quando morirono 15 persone a causa di un’alluvione”.
Il rischio è diventato realtà, con un paesino nel fango e già un numero importante di vittime, ben otto, fra cui alcuni bambini. “Avevo scritto al prefetto di Napoli, al commissario prefettizio di Casamicciola, al sindaco Manfredi e alla protezione civile Campania. Nessuno mi ha risposto. A seguito dell’allerta meteo arancione, avevo segnalato il pericolo per la popolazione della zona e chiesto la loro evacuazione. Dopo l’alluvione del 2009 non c’è stato nessun intervento, o almeno nessuno significativo, nonostante i fondi stanziati per la sicurezza negli ultimi anni”, ha dichiarato l’ex sindaco al Corriere.
La Procura di Napoli ora ha aperto un’inchiesta per disastro colposo che dovrà accertare quali sono le responsabilità umane. Gli inquirenti, dunque, andranno a scavare anche fra le pratiche di condono per comprendere, fra l’altro, se le abitazioni travolte dall’alluvione fossero abusive e se pendesse su di loro un provvedimento di demolizione.
Nel frattempo, a Casamicciola il dolore e il pianto sta coinvolgendo i famigliari delle vittime e i familiari dei dispersi. Il vescovo di Ischia, Gennaro Pascarella, ha scritto una lunga lettera alla popolazione: “Dovremo, dopo che la tempesta del dolore ci rende più lucidi, fermarci e con franchezza trovare le cause umane di questo disastro. Senza puntare il dito contro nessuno non potremo non chiederci, facendo memoria di un passato non così lontano: Abbiamo fatto tutta la nostra parte, perché questo evento non fosse un disastro annunciato?”, la domanda dolorosa del religioso.