Bon ton nel calcio: esiste ancora?

Bon ton nel calcio: esiste ancora?

Credo di potermi fare interprete del sentimento della maggioranza dei tifosi del Manfredonia Calcio, delusi dalla decisione della Corte di Giustizia Sportiva, con la quale ieri è stata confermata per entrambe le società, la perdita della gara a tavolino con conseguente penalizzazione di un punto in classifica.

Ad onore del vero, tuttavia, va evidenziato che le chance che fosse accolto il ricorso erano state rimesse alla competenza e caratura dell’avvocato cui era stato conferito il mandato difensivo ma evidentemente non è bastato.

Va detto, altresì, che non è affatto semplice scardinare quanto dichiarato nel proprio referto dal direttore di gara, da cui emerge che la gara non è stata proseguita per volontà congiunta dei capitani delle due squadre.

Evidenzio che il referto dell’arbitro fa piena prova di quanto in esso contenuto, salvo querela di falso, rivestendo l’arbitro nell’espletamento del proprio incarico, la qualifica di pubblico ufficiale.

Un detto latino così recita: ignorantia legis non excusat.

Lo ha ribadito a chiare lettere un tifoso locale in un commento. È chiaro che sia stato commesso un lapalissiano errore di conoscenza del regolamento da parte di entrambe le società, sicuramente in buona fede e sulla enfasi della nota vicenda dell’infarto occorso allo spettatore locale.

A consuntivo, però, chi ha subìto le conseguenze più nefaste è stato il Manfredonia Calcio, con la perdita di due punti in classifica che le hanno letteralmente stravolto le chance di salvezza diretta e non la Palmese, ormai salva, Trentanove punti anziché trentasette, avrebbero significato salvezza acquisita al 99%, invece, domenica, occorre battere senza se e senza ma il Casarano per non essere eventualmente risucchiati nella zona playout. Non posso esimermi da una riflessione.

Alcun comunicato, in relazione al rigetto del ricorso, è stato pubblicato sulla pagina della Palmese. “Delle serie siamo salvi e pertanto poco importa”.

Mi sarei semplicemente aspettato un comunicato di solidarietà verso il Manfredonia Calcio, che suo malgrado, avrebbe potuto continuare la gara dopo la messa in sicurezza del tifoso e non incappare in tale sventura, quindi penalizzazione e spese legali per il ricorso.

Invece, essendo stato sensibile alla toccante vicenda umana ed anche ai fattori ambientali, del pari turbati da quanto accaduto al tifoso, ha sottoscritto la dichiarazione di rinuncia alla prosecuzione, pagando pesanti conseguenze.

È un calcio che francamente comincia a non appassionarmi più, perché sono convinto sostenitore del bon ton, non solo sportivo ma a 360º.

Una vita umana non ha prezzo e forse è stata la scelta giusta ma anche il prezzo pagato dal Manfredonia Calcio non è stato evidentemente riconosciuto, atteso che, tutta la stagione calcistica potrebbe essere stata messa in discussione per un nobile gesto, passato come normalità.

Domenica occorre essere tutti per uno ed uno per tutti per conquistare la permanenza in serie D, ampiamente meritata sul campo dal Manfredonia Calcio 1932.

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