Appello ai candidati alle elezioni regionali: la Regione Puglia boicotti l’israeliana Teva
L’iniziativa. In vista delle elezioni regionali che si terranno in Puglia il 23 e 24 novembre, il Coordinamento provinciale Capitanata per la pace (Foggia) e la Rete pugliese dei Comitati per la pace invitano i candidati presidenti, i candidati consiglieri e le candidate consigliere ad un’azione concreta e pubblica che vada, prima delle elezioni, nella direzione del boicottaggio dell’azienda farmaceutica israeliana TEVA e delle sue consociate Ratiopharm, Cephalon e Dorom (laddove siano disponibili farmaci equivalenti). Ci riferiamo per esempio ad una lettera formale rivolta al Dipartimento della Salute della Regione, all’Assessore al ramo o al Presidente della Regione. Oppure, ad una video-dichiarazione di sostegno al boicottaggio.
Perché questo appello. I medicinali TEVA, azienda specializzata nella produzione di generici, sono ampiamente utilizzati negli ospedali pugliesi. E proprio le Regioni sono responsabili degli acquisti dei medicinali per gli ospedali e le altre strutture sanitarie pubbliche del loro territorio, in base ad un elenco nazionale. L’appello che rivolgiamo ai candidati ed alle candidate fa seguito alla manifestazione organizzata da Capitanata per la pace lo scorso 19 settembre davanti al Policlinico Riuniti di Foggia, quando fu protocollata una richiesta di boicottaggio alle Direzioni Generale e Sanitaria, rimasta senza risposta. Nei giorni seguenti raccogliemmo poi circa quaranta firme di medici aderenti al boicottaggio di TEVA.
L’invito del presidente della Regione Puglia. Questa nostra iniziativa, giustificata dalla necessità di opporsi in tutti i modi allo Stato genocida israeliano ed alla pulizia etnica in Cisgiordania, si richiama esplicitamente all’invito del presidente della Regione del 29 maggio u.s., inviato “A tutti i dirigenti e dipendenti della Regione Puglia, delle sue Agenzie e delle società partecipate”. In esso si chiedeva di “interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del Governo Netanyahu e con tutti quei soggetti ad esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella striscia di Gaza.” È anche da sottolineare che diversi Comuni hanno approvato mozioni per il boicottaggio di TEVA nelle farmacie comunali (Sesto Fiorentino, Poggibonsi, Calenzano, Jesi ed altri).
Perché TEVA. La campagna di boicottaggio contro Teva, promossa a livello internazionale dal movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) e da “Sanitari per Gaza”, si fonda su tre pilastri:
1. Sfruttamento del mercato palestinese: L’azienda opera in un’economia palestinese controllata da Israele, imponendo prezzi più elevati rispetto ai farmaci generici di altri Paesi.
2. Schieramento pubblico: Teva ha fornito dichiarazioni e aiuti concreti in supporto allo Stato e all’esercito israeliano.
3. Sostegno finanziario: Teva contribuisce con le sue imposte al bilancio dello Stato israeliano, indirettamente finanziando le operazioni militari.
Il massacro a Gaza non è finito. La fragile tregua si sta purtroppo sgretolando, alla luce degli ultimi avvenimenti e della ripresa dei raid israeliani. Già a marzo scorso Netanyahu aveva unilateralmente violato il “cessate il fuoco”. In ogni caso, alla luce del Piano Trump di pace vera in Palestina non se n’è mai percepita nemmeno l’ombra… Gravissima poi la situazione in Cisgiordania, dove sono in aumento gli omicidi dei palestinesi e le violente aggressioni dei coloni, protetti dal governo israeliano.
Il boicottaggio come strumento nonviolento. La Campagna BDS è guidata da principi di non violenza, è contraria a ogni forma di razzismo e antisemitismo e chiede a Israele di rispettare i suoi obblighi, riconosciuti dal diritto internazionale, nei confronti del popolo palestinese. Il boicottaggio fu una delle leve decisive per il superamento del regime di apartheid sudafricano. Siamo certi di interpretare, con questo appello, il sentimento di solidarietà con il popolo palestinese espresso dall’imponente e trasversale movimento di massa che ha recentemente riempito le piazze e le strade italiane.
Sarà poi nostra cura pubblicizzare l’elenco di chi avrà aderito.

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