Anziano ha malore e interviene il 118. La famiglia: “Grazie agli angeli col camice”

Raffaele Gramazio, manfredoniano doc, ha 80 anni suonati e tanti amati nipoti da coccolare. Lunedì in tarda serata si è sentito male e l’oss che lo assiste con premura e prontezza ha chiamato il 118. Crisi respiratorie, debolezza, febbre: i sintomi riferiti all’operatore al telefono sembravano prefigurare un quadro ormai diventato familiare negli ultimi tempi.

La saturazione dell’ossigeno intanto era scesa a 82 e, dopo 12 minuti dalla chiamata, un’ambulanza è giunta presso l’abitazione. Non c’era assolutamente tempo da perdere ed un’equipe di medici ed infermieri si è messa immediatamente all’opera per prestare soccorso all’uomo.

“Lo portate in ospedale?”, hanno chiesto i figli preoccupati, immaginando per l’anziano padre un calvario di quelli a cui ormai siamo stati abituati dai racconti di tv e giornali. Attraverso le visiere, gli uomini del 118 di Manfredonia si sono guardati per qualche secondo e, senza tentennamenti, incuranti di aver corso ininterrottamente da un’abitazione all’altra da oltre 15 ore durante quell’interminabile giornata, hanno allestito in un batter d’occhio nella stanza dell’anziano una vera e propria postazione medica.

“Adesso cerchiamo di capire cos’ha che non va. Potrebbe anche non essere Covid”. Elettrocardiogramma, esami del sangue, siringhe e flebo per riequilibrare i valori. Poi il verdetto: bronchi liberi, ma intasamento intestinale che, trattandosi di un anziano, aveva portato a delle complicanze. Dopo oltre due ore di cure, la febbre è scesa, Raffaele si è ripreso ed è riuscito anche a sorridere ai suoi soccorritori che lo hanno affidato alle amorevoli attenzioni della famiglia.

Quando il figlio Michele ha provato a ringraziarli mentre andavano via, hanno risposto con semplicità: “Ciò che facciamo, lo facciamo nell’interesse dei pazienti, con amore e dedizione per la nostra professione”. E poi si sono dileguati nel buio della notte, proprio come i supereroi dei fumetti.

“Si sente spesso parlare di malasanità, ma a casa di mio padre io ho visto compiere un vero e proprio miracolo da quegli angeli col camice. Voglio ringraziare a nome di tutta la mia famiglia l’equipe della postazione 118 di Manfredonia: il dottor Francesco Augello, l’infermiere Giuseppe Cursio, il soccorritore Ruggero Camporeale, l’autista Luca Derosa, ha dichiarato Michele.

E non possiamo che aggregarci ai ringraziamenti, consapevoli degli sforzi quotidiani sovrumani del personale medico ed infermieristico durante questa terribile pandemia.

di Maria Teresa Valente

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