Antonio Maria Fantetti e il suo amore per i cani
Fra le tante discipline sportive che si sono attestate su posizioni di riguardo, ve ne è una che è
assurta a grande dignità. Si tratta dell‟Agility Dog che nel giro di qualche decennio si è diffusa in
tutto il mondo. In Italia è arrivata nel 1988 ed ha conquistato un pubblico assai vasto.
Questa disciplina ha come protagonista principale il nostro amico più fedele: il cane che vive in
perfetta simbiosi non con individui della sua stessa specie, ma con l‟uomo, cioè con chi gli dà
rispetto, amicizia ed istruzione.
Per caso, nel guardare un programma televisivo, sono venuto a conoscenza di questa disciplina
che mi ha affascinato. Ed ancor di più mi ha affascinato quando ho saputo che un nostro caro
concittadino, ma barese d‟adozione dal 2010, Antonio Maria Fantetti, classe 1975, figlio del Prof.
Giovanni e della Prof.ssa Maria Antonietta Carriera, insegnanti di ben nota stima, è, ovviamente
insieme al suo cane, campione del mondo in tale disciplina avendo egli, il 17 aprile 2025,
conquistato il primo posto al World Agility Open, svoltosi a Ermelo, in Olanda.
Gli ho telefonato complimentandomi con lui.
„„Il 17 aprile di quest‟anno – mi dice Antonio con sprazzi di gioia e con enorme emozione – è per
me una data profondamente incisa nella memoria perché rappresenta il traguardo dei miei sogni. E i
sogni si raggiungono non solo passo dopo passo, ostacolo dopo ostacolo, zampe accanto ai piedi,
ma anche con la dedizione e con un cane che ti guarda negli occhi, pronto a saltare con te per
renderti felice. Tu lo ricambi solo con l‟amore, ingrediente assai efficace a creare un‟amicizia che
dura in eterno‟‟
.
Che hai provato al momento della premiazione?
“Tanta, tanta emozione. Cantare l‟inno sul podio è stato da brividi. Rappresentare l‟Italia, ma
anche essere il primo pugliese a vincere una manifestazione del genere … è qualcosa che porterò
dentro per tutta la vita”.
Nella vita tutti hanno una passione, ma non tutti la praticano con vero attaccamento come te.
„„Mi sono innamorato di questa disciplina ed ho scoperto un mondo nuovo, fatto di rispetto, di
autentica collaborazione. Tutto è iniziato nel 2014 con Pimpa, una cocker dal carattere vivace e
dallo sguardo profondo. Essa è stata fondamentale per il mio percorso perché mi ha fatto capire
davvero cosa significhi avere un cane. Ti costringe a riappropriarti dei tuoi tempi, a riscoprire la
bellezza della semplicità, a conoscere i luoghi che ti circondano solo attraverso una passeggiata.
Proprio con Pimpa nasce il primo contatto con l‟educazione cinofila e, da lì a poco, la scoperta
dell‟Agility Dog, una disciplina sportiva che si basa su percorsi a ostacoli da completare nel minor
tempo possibile. Disciplina che ti permette praticare un‟attività sportiva all‟aria aperta con il proprio
cane. Meravigliosa è l‟intesa tra conduttore e cane, incredibile come il cane riesca a percepire
segnali minimi del corpo e della voce. È un linguaggio silenzioso, fatto di fiducia‟‟.
Quali altri compagni di cammino hai avuto?
„„Nel 2019 entra nella mia vita un border collie a pelo corto “Bruce”. Da subito si capisce che
quel cane ha qualcosa di speciale: energia, talento, ma soprattutto una predisposizione al lavoro che
lo rende unico: Bruce è un cane generoso, corre con l‟anima. Il nostro percorso insieme non è stato
sempre facile, ma la perseveranza, quella che i miei genitori mi hanno insegnato, è stata la chiave.
Lui ha sempre risposto con il cuore, ogni giorno”.
Di certo la tua passione per l’Agility Dog è segnata da allenamenti intensi, correzioni continue e
tanto impegno.
A supportarmi in questo viaggio ci sono diverse figure importanti, tra cui Patrizia Ciuffetti e
Roberto Iacoviello, coach del JacoClub. Roberto è stato presente in tutte le sfumature. Ha saputo
guidarmi, motivarmi e farmi crescere come conduttore”.E oggi, dopo il trionfo mondiale?
“Per me l‟agility resta una passione. Se diventasse un lavoro, cambierebbe tutto. Il divertimento
con il proprio cane è la cosa più importante. È da lì che parte tutto. E deve restare sempre il cuore di
questo percorso”.
Giovanni Simone Presidente Centro Cultura del Mare A.P.S. ETS Manfredon