A scuola sì o no? Il pediatra Conoscitore: c’è stanchezza tra i genitori, ma il virus non rallenta

Didattica a distanza o in presenza? È questo il dubbio amletico che sta portando lo scompiglio da giorni (ma forse sarebbe meglio dire da mesi) nelle famiglie pugliesi. Le ordinanze della Regione, le sentenze del TAR, i mascherati dietrofront e i rimpalli di responsabilità tra istituzioni, scuole e genitori su cosa sia meglio fare, hanno fatto passare letteralmente in secondo piano la vera motivazione di una scelta, quella della didattica a distanza, che nasce dalla presenza di un virus subdolo che dopo un anno non accenna ad abbandonarci.

Ma qual è la situazione attuale a Manfredonia? “In questa settimana c’è stata una recrudescenza dei casi”, afferma Pasquale Conoscitore, medico pediatra, componente del Comitato Permanente della Regione Puglia per la Pediatria e segretario provinciale FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri ). Quindi continua: “Non sappiamo se questi casi siano dovuti a varianti, ma si potrebbe suppore di sì, forse alla variante inglese, dal momento che tanti virologi ci dicono che a metà marzo sarà prevalente in tutta Italia”.

E mentre i tg nazionali c’informano che stiamo ormai per entrare nella terza ondata, Conoscitore mette in evidenza un dato da non sottovalutare: “La nostra provincia non è mai uscita dalla seconda ondata e se non facciamo attenzione rischiamo di perpetuare ancora a lungo il riaccendersi dell’infezione. Ovvio che ciò non è dovuto solo alla scuola, ma i bambini sono inconsapevoli amplificatori del contagio e quindi contribuiscono anch’essi in buona parte al persistere dell’infezione”.

“Proprio ieri – aggiunge – ho fatto delle segnalazioni di bambini fortemente sospetti di essere positivi seppur con una sintomatologia molto sfumata, ma con genitori dai sintomi più specifici. Il problema è che per ogni bambino che si positivizza e che per almeno per 4/5 giorni non sa di esserlo, proviamo ad immaginare quante persone possono essere coinvolte!”.

Pasquale Conoscitore spiega quindi che è ben consapevole di quanto il momento sia difficile anche per i genitori, poiché non è semplice seguire i bambini che frequentano la scuola a distanza, ma la realtà dei dati fa riflettere.

“Le ordinanze del nostro Governatore non sono un incaponimento contro qualcuno o qualcosa, ma sono decisioni che vengono fuori da dati clinici”, evidenzia e poi conclude: “Noi medici nei nostri studi ci rendiamo conto che non c’è nessun rallentamento di questo flagello”.

di Maria Teresa Valente

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