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Chiede 18 per laurearsi. Colpa dello studente o del sistema?

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Chiede 18 per laurearsi. Colpa dello studente o del sistema?


C’è chi rifiuta di sostenere l’orale, chi contesta il voto ottenuto alla maturità e poi c’è chi chiede un 18 a un esame universitario, il minimo sindacale per potersi laureare. É successo all’Università Ca’ Foscari: uno studente iscritto alla facoltà di Economia, dopo aver preso 14 su 30 all’ultimo esame ha chiesto espressamente di arrotondare il suo voto a 18, sufficienza necessaria per concludere il percorso accademico. Il professore ha segnalato l’episodio ai giornali e il caso si è trasformato in un vivace dibattito. Fino a che punto è possibile andare incontro alle richieste degli studenti? Quanto conta il merito? Al di là della polemica pubblica, permane la domanda più scomoda di tutte: cosa conosciamo del percorso universitario dello studente? Cosa sappiamo della sua storia personale? Ignoriamo quante volte abbia affrontato quell’esame, quanto gravino, silenziose ma inesorabili, le aspettative familiari e sociali o le difficoltà economiche. Cosa sappiamo delle notti insonni, del nodo alla gola prima di entrare in aula, della sofferenza taciuta che non reclama spazio ma consuma dentro, delle lacrime versate, lontane da sguardi indiscreti, prima di ogni appello? Il problema è ben più radicato nel sistema, un sistema che troppo spesso riduce tutto a numeri e scadenze e che non educa al fallimento. Non si insegna più a sbagliare, a cadere e rialzarsi. Non si trasmette il valore dell’impegno, della fatica quotidiana e del confronto con i propri limiti. Non si insegna a leggere l’errore come parte integrante del percorso di crescita, come occasione per migliorarsi. Oggi ciò conta più conta é il risultato tangibile, il voto, la performance. Così la consapevolezza di ciò che si é appreso e degli errori commessi per raggiungere quel risultato, passano in secondo piano e il senso più profondo dello studio viene smarrito. In una società che corre e che chiede di accelerare sempre di più, trovare scorciatoie, eludendo qualsiasi tipo di ostacolo, é la via più facile. Forse il ragazzo ha chiesto 18 perché si sentiva indietro, oppresso da un sistema che ci vuole sempre primi.

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