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Riccardi: “Io non dimentico”

41 anni fa un boato squarciò la routine di una tranquilla domenica mattina. Era il 26 settembre 1976 e lo scoppio della colonna d’arsenico dell’ex Anic (poi EniChem), segnò a Manfredonia una netta linea di confine tra il ‘prima’ ed il ‘dopo’. Quel giorno per molti divenne l’inizio di un calvario. La nube tossica che avviluppò la città produsse negli anni effetti deleteri. Vi furono famiglie segnate da un’industrializzazione al suo stato embrionale che Bruno Zevi, architetto, storico e politico italiano, definì nel 1967 su L’Espresso “un atto masochistico” e “una ghigliottina per il Gargano”. All’epoca nessuno lo ascoltò. Sono trascorsi anni difficili che hanno insegnato tanto e il territorio ferito sta rialzando la testa. Dal suo passato ha imparato a dire no all’industrializzazione a tutti i costi e ad accettare insediamenti produttivi nel rispetto della salute dei cittadini. 41 anni fa cominciò una nuova storia di Manfredonia, oggi città più matura e sensibile alle questioni ambientali.
#ionondimentico

 

Angelo Riccardi

 

 

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Redazione

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