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“Pensioni, discriminati i commercianti ambulanti”

«E’ un’esclusione inaccettabile che discrimina i cittadini e i lavoratori». Così Luigi Rodelli, presidente provinciale Anva Confesercenti, interviene in merito alla mancata estensione al lavoro autonomo del beneficio pensionistico con uscita invariata a 66 anni e sette mesi.

Il Governo, infatti, non è intenzionato a rinviare l’innalzamento dell’età della pensione a 67 anni, 5 mesi in più rispetto ad ora, che dovrebbe scattare nel 2019, nonostante tale principio sia contenuto nella Legge n. 335/1995. La norma stabilisce l’estensione a tutti i lavoratori, dipendenti privati, pubblici e autonomi, del beneficio di Legge, e prevede a tal fine l’emanazione di specifici Decreti Ministeriali.

Il Governo, intanto, studia un piano per bloccare l’aumento dell’età pensionabile solo per chi svolge le cosiddette attività gravose, lasciando completamente fuori i lavoratori autonomi che svolgono mansioni pesanti, spostamenti pesi, alternanza dei cicli climatici, lavoro itinerante. «E’ una politica inaccettabile sul piano dell’equità, da un punto di vista delle reali esposizioni ai rischi per la salute, per la tenuta psicofisica dei lavoratori, della pari dignità per i cittadini» dichiara Rodelli. «La discussione pubblica sulla valutazione che starebbe facendo il Governo, in materia di lavori usuranti, finalizzata a rivedere ed ampliare la classificazione dei lavoratori dipendenti impegnati nelle attività, continua a tagliare fuori il lavoro autonomo».

I lavoratori autonomi, come gli operatori del commercio su aree pubbliche, esposti a lavori e turni massacranti, e al lavoro itinerante chiedono con forza che sia ripristinata la volontà del legislatore espressa nelle precedenti riforme del sistema pensionistico obbligatorio e complementare, estendendo la previsione della disciplina in esame anche ai lavoratori autonomi. L’esclusione presenta profili di dubbia legittimità costituzionale, per violazione degli articoli 3, 2° comma, 4 e 38 della Costituzione.

Luigi Rodelli, invita, dunque la categoria ad essere unita «per battersi per un moderno sistema previdenziale che eviti che lavoratori che svolgono le stesse mansioni siano discriminati ai fini del riconoscimento del diritto anticipato alla pensione».

 

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Redazione

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