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La Notte Folk del Falò si trasforma in un messaggio di pace

Dire addio all’inverno e salutare la primavera. Tanta gente si è radunata ieri sera (domenica 18 marzo) attorno al tradizionale falò di San Giuseppe organizzato dal Comitato di Quartiere e dalla Parrocchia di San Salvatore. Un ritorno agli antichi riti pagani dei tempi romani e medievali, quando, nella notte dell’equinozio di primavera si bruciava insieme alla legna delle potature tutto il negativo, il male e l’indesiderato, e dove la paura veniva esorcizzata con il fuoco. Fatti propri dalla religione cristiana, i riti dei “falò” sono comuni a molti paesi in Italia e anche un po’ dovunque in Europa, traccia di una comune radice e un identico sentire. Quest’anno l’accensione del falò è stata davvero spettacolare con fuochi pirotecnici che con la ditta di Ivan Pagano “ Nuova Pirotecnica” hanno innescato le fiamme. Durante la serata è stato possibile gustare anche pancotto con il pane di Frisoli “l’Arte del Pane” e un buon vino offerto da “Sorso di Vino “ e con un grande concertone della musica e danza popolare del sud Italia diretti magistralmente dal Maestro Michele Mangano.Soddisfazione per la riuscita della manifestazione e tanti grazie da dire a coloro i quali hanno collaborato attivamente alla sua riuscita. Afferma Mangano,  direttore artistico della manifestazione: “In questi ultimi decenni vengono sempre più spesso organizzati concerti, festival, campus internazionali e cosiddette feste dei popoli affinché nella pacifica convivenza dei popoli e nella forza aggregativa di una forma d’arte come la musica si possano superare le differenze di lingua, razza e religione, favorire la conoscenza reciproca, superare paure infondate che frenano il percorso di coesione sociale e nello stesso tempo permettere ai provenienti da ogni nazione di mantenere le proprie peculiarità ed il carattere che li contraddistingue”.
San Giovanni Paolo II diceva che “la musica tra tutte le arti esalta l’armonia universale e suscita la fraternità dei sentimenti al di là di tutte le frontiere: essa per la sua natura può far risuonare interiori armonie, solleva intense e profonde emozioni, esercita un potente influsso con il nuovo incanto. La musica è uno strumento di vera fraternità, aiutando a superare discriminazioni e frontiere”.
L’augurio, quindi, che ci facciamo è che la musica pervada tutte le nostre azioni e la nostra vita possa essere un punto d’incontro e scambio con tutti i popoli che si trovano immigrati nelle nostre nazioni e diventare così un canto all’unisono che rende una lode armoniosa a Dio.
Attraverso la musica e la danza popolare ieri sera alla notte del falò abbiamo voluto trasmettere un messaggio di amicizia, di pace e di fratellanza fra i popoli. Don Vincenzo Sasi parroco della Chiesa di San Salvatore si ritiene soddisfatto .Sì, mi ripeto, sono davvero contento di come siano andate le cose, con tantissime presenze anche da fuori città. Non ho numeri ufficiali da darvi. C’era tanta gente e questo mi pare lampante dalle vostre foto. Quanto al fascino che questo evento ha emozionato sta nel fatto che è arrivata parecchia gente da altre località,beh… sembra davvero che questa sia la realtà e da continuare su questa strada. Se tutto questo è avvenuto e perché abbiamo creato una squadra tra giovani e meno giovani;questo è il segreto del successo solo insieme si è vincenti. Grazie agli sponsor, alla stampa ,grazie alla gente comune al comitato di quartiere, all’associazione dei giovani e alla protezione civile ai tanti privati. Grazie a chi ama questa manifestazione e credo siano davvero tanti.
Non possochiudere se non con un riferimento agli ospiti d’onore di questa rassegna, gli artisti che il Maestro Mangano ha portato sulla scena sono stati favolosi….vi aspettiamo alla seconda edizione. Buona Santa Pasqua a tutto il mondo e tanta pace nei vostri cuori.

Comitato di Quartiere

Orlando Stefano

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Redazione

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