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Incidente con auto del Comune: Riccardi assolto. “Valuterò se agire contro i diffamatori”

Sindaco inadeguato. Sindaco indagato. Sindaco sgamato. Sindaco, sempre sindaco e fortissimamente sindaco. Qualsiasi cosa accada, non c’è possibilità di replica: la gogna mediatica scatta immediatamente e con essa la condanna. Senza se e senza ma; senza appelli; senza attenuanti. Vieni sbattuto sui giornali e i cronisti diventano giudici. E l’opinione pubblica, plagiata da ‘certa’ stampa, ti odia fino ad augurarti persino la morte. Poi arriva l’ARCHIVIAZIONE. E qui viene il bello. Desidero, infatti, comunicare a tutti coloro che hanno condiviso il mio tormento per una indagine giudiziaria comprensibile, ma raccontata da alcuni giornali in modo incomprensibile e probabilmente non imparziale, che la vicenda giudiziaria che mi ha visto coinvolto, unitamente ad altri, per un incidente automobilistico avvenuto con l’autovettura comunale, si è conclusa con l’affermazione della piena legittimità del mio operato. Non era una cena privata e l’uso dell’autovettura è risultato giustificato e coerente con la funzione istituzionale da me ricoperta. La libertà di opinione è sacrosanta, ma ergersi a giudici al posto della giustizia è molto pericoloso e i giornali dovrebbero dare il buon esempio. Su una testata locale, poco tempo dopo l’incidente, leggo: “Potrebbe anche passare che un politico, o più di uno, usi la macchina pubblica per fare un’uscita non autorizzata e che per sfortuna faccia un incidente e venga sgamato”. Ecco, penso in quel momento, è iniziata l’assise mediatica. Sui giornali sono diventato “quello che si reca a pasteggiare con i suoi sodali”. Come se un sindaco fosse sindaco solo in orari ufficio! Ovvero, come dire che un padre è padre solo quando è in famiglia. Ed ecco un manifesto della minoranza politica consiliare diventare per i giornali vangelo da divulgare, arrivando a conclusioni affrettate, senza alcuno scrupolo. Ebbene, miei cari detrattori, la giustizia ha fatto il suo corso ed ha ritenuto addirittura utile archiviare il tutto senza nemmeno cominciare il processo. Processo che invece ho subito dai media e dai social network che hanno fatto da spalla ad un’opposizione rancorosa e astiosa. Condannato senza prove, ma per simpatia o antipatia. Senza curarsi del fatto che dietro al politico c’è l’uomo. Per i giudici il reato non c’è, ma resta l’amarezza della gogna mediatica. Continuo comunque a praticare la cultura della legalità, ma non posso non augurarmi che l’informazione giornalistica abbandoni le forme del pettegolezzo disinformato e si adatti alle regole di civiltà giuridica ed umana, anziché essere travolta per poi ‘travolgere’ in nome di un rancore personale che non rende onore all’informazione onesta ed accurata. Nei prossimi giorni valuterò con il mio legale di fiducia se adire le vie legali in campo penale e civile nei confronti di tutti quelli che si sono resi responsabili di condotta diffamatoria nei miei confronti.

 Angelo Riccardi
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Redazione

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