Attualità Capitanata

Il giorno del ricordo

Con la Legge 92 del 2004, il Parlamento italiano ha istituito il Giorno del Ricordo in memoria degli italiani uccisi nelle cavità naturali, chiamate ‘foibe’, dell’Istria e della Dalmazia dai partigiani slavi subito dopo l’armistizio del settembre 1943. Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. Proprio in queste voragini, fra il 1943 e il 1947, furono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani. La scelta del giorno del 10 febbraio è stata fatta perché in quella data, nel 1947, venne ratificato il Trattato di pace di Parigi che sanciva il passaggio alla Jugoslavia delle ex province italiane dell’Adriatico.

A cadere dentro le foibe furono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. E’ una carneficina che testimonia l’odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non-comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l’Italia e la Jugoslavia. Nessuno sa quanti siano stati gli infoibati: stime attendibili parlano di 10-15.000 sfortunati.

“La commemorazione della tragica vicenda degli infoibati- ricorda il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi – segue di poco la commemorazione del Giorno della Memoria. Ci troviamo, in questo caso, di fronte ad una tragedia che ha colpito con violenza tantissimi nostri connazionali dell’Istria e della Dalmazia, ai quali, per lungo tempo, non è stato reso il doveroso tributo della memoria”.

Sono innumerevoli le singole vicende di atrocità subite da parte di civili inermi che ancora oggi destano orrore nel momento del ricordo. “E’ dovere di ogni singolo cittadino – aggiunge Riccardiavere memoria di quanto accaduto, ma soprattutto essere portatori, nei confronti delle giovani generazioni, di ideali di convivenza pacifica tra i popoli. La nostra Unione Europa continua ad allargarsi, ma deve rimanere intatto il ricordo delle innumerevoli sofferenze patite durante la Seconda Guerra Mondiale, senza distinzioni di nazionalità, da tante persone. E’ il ricordo di questi orrori – conclude il sindaco – che ci deve guidare nella costruzione di una società che sappia comprendere fino in fondo il valore della memoria e della pace, perché esercitare violenza è ingiustificabile. E in questo, la bandiera politica non può c’entrare e non può essere un’attenuante”.

Matteo Fidanza
Ufficio Stampa – Città di Manfredonia

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