Politica Italia

“Al Governo arriverà il no del popolo”

Il Consiglio comunale ha deliberato quasi all’unanimità il referendum su Energas. Che valore assegnare a questa consultazione popolare?

Il ricorso alla comunità locale non è un modo per scaricare una scelta, ma è la necessità di rendere più forte quella scelta politica, che non è solo del Consiglio comunale ma di un’intera comunità che si oppone, in maniera decisa e senza tentennamenti, alla realizzazione del deposito proposto. E’ una scelta utile perché il Governo deve sapere che c’è una comunità intera che esprime il proprio diniego e, in ragione di ciò, deve tener conto di una tale volontà popolare, che sarà espressa, nella pienezza e nella legittimità delle urne, con la consultazione popolare.

La vicenda Energas si era materializzata negli anni Novanta a margine del contratto d’area. Poi è rimasta in stand by. Come spiega questo pressing per riprendere il progetto?

La vicenda non si è mai bloccata ed ha avuto un suo iter. La Regione, infatti, aveva posto, attraverso un provvedimento di regolamentazione delle aree SIC e ZPS, una discriminante a carico dell’area di Energas. L’azienda ha prodotto due ricorsi, ai quali la Regione si è opposta, dapprima al TAR Puglia e, poi, al Consiglio di Stato. In tutti e due i casi Energas ha avuto la meglio, ottenendo dalla giustizia amministrativa la possibilità di far assoggettare il suo progetto alle procedure previste. Si arriva, così, ai giorni nostri ed a una serie di pareri importanti e significativi raccolti, seppur non tutti positivi, dei quali si discuterà ancora nella conferenza di servizi in corso presso il MISE.

Oltre alle motivazioni a proposito della pericolosità dell’impianto, lei ha più volte ricordato che Manfredonia ha già pagato dazio, pesante, all’industria di Stato calata dall’alto. E’ sufficiente per dire no al deposito?

E’ più che sufficiente per rifiutare il deposito, ancor più alla luce dello studio sullo stato di salute della città. Da questo, emergono dati allarmanti sul numero di tumori ai polmoni oltre la media regionale e sulle malformazioni congenite nei bambini. Dati che fanno presupporre che questa città abbia già ampiamente pagato dazio e, quindi, oggi non accetta che qualcuno possa decidere, per l’ennesima volta, che un’industria a incidente rilevante, quale è Energas, possa essere realizzata da noi.

Non ritiene che la città di Manfredonia sia stata lasciata sola in questa vicenda, mentre ad esempio la questione – come denunciano gli ambientalisti – interesserebbe anche Foggia dove il gas deve arrivare a bordo dei treni?

Riteniamo che questa sia una vicenda di carattere più ampio di quello meramente locale. I pericoli non vengono solo dal deposito, ma anche da una serie di infrastrutture al suo servizio che riguardano il bacino provinciale. Basterebbe ricordare la tragedia di Viareggio per comprendere che il tema Energas riguarda anche altre città, oltre a Manfredonia. Non direi, però, che siamo stati lasciati soli ma, piuttosto, che in altre città non si è compreso fino in fondo a quali rischi andiamo incontro. Con buona probabilità, rispetto a questo tema, non c’è stata la necessaria attenzione, come abbiamo denunciato più volte.

Spesso si parla di ricatto occupazionale in cambio di unità produttive. Al netto della vicenda Energas, su cosa puntare dunque per creare le condizioni di sviluppo fermo restando che la crisi non è solo locale ma generale?

Abbiamo sempre detto quali sono le vocazioni del nostro territorio: agricoltura, pesca, turismo, industria ecosostenibile. E noi puntiamo su questi settori, consapevoli che il Contratto d’area ha avuto una crisi irreversibile e consapevoli di aver investito, in questi ultimi anni, in infrastrutture culturali che stanno raccogliendo risultati lusinghieri, in termini di visitatori. La basilica di Siponto, per esempio, è, in questo momento, il sito più visitato in Puglia. Dobbiamo, perciò, continuare sulla strada intrapresa e percorrerla con convinzione, affermando sempre più la vocazione turistica del nostro territorio. Energas, invece, sarebbe un salto all’indietro, un elemento di freno all’immagine di una città, come la nostra, che sta ricostruendo tutto su basi ben differenti rispetto al passato.

Lo scorso anno i panettoni, poi la sponsorizzazione del Manfredonia calcio. A lei queste iniziative, comunque legittime, non sono piaciute. Perché?

Perché, seppur legittime, sono di scarso valore morale. L’imprenditore, anziché occuparsi di regalie o, addirittura, di entrare nella locale squadra di calcio, patrimonio della comunità, avrebbe fatto meglio ad informare la città e aprire un dialogo con la stessa, per rendere consapevoli i cittadini del fatto che, come sostiene, il deposito non è pericoloso. Se non ha fatto ciò è perché non può rassicurare per davvero sull’insediamento di GPL, quindi utilizza i mezzi succitati per acquisire consenso popolare.

Ancora deluso per gli spot girati da Banfi oppure ritiene che l’attore suo malgrado sia stato trascinato in questa vicenda?

La delusione resta, perché Banfi è un ambasciatore pugliese in giro per il mondo ed è uno dei saggi scelti da Emiliano. L’attore si sarebbe dovuto rendere conto, dal contratto sottoscritto, che gli spot commissionatigli ricadevano tutti, a pioggia, nel periodo referendario di Manfredonia e qualche dubbio avrebbe dovuto porselo. Quando un personaggio noto si trova in una situazione del genere e quando si toccano temi sensibili, con i relativi rischi prodotti, farebbe bene a riflettere meglio sulle proposte che riceve e sulle giustificazioni addotte a posteriori.

Se paradossalmente al referendum il sì all’impianto dovesse avere un risultato inaspettato che pensa di fare?

Se dovesse vincere il SI, la città sceglierebbe un futuro differente rispetto a quello che stiamo costruendo quotidianamente. In un caso così paradossale, bisognerebbe accettare l’esito della consultazione referendaria ed il Comune si dovrà attenere al responso delle urne, agendo di conseguenza. Con il referendum, non è in discussione il destino del sindaco, bensì quello dell’intera comunità di Manfredonia. Lo sappiamo tutti e, al momento, la sensazione percepita è di un’affermazione molto alta, decisa e compatta, del NO all’Energas.

(26 ottobre 2016. Intervista di Filippo Santigliano – direttore La Gazzetta di Capitanata – ad Angelo Riccardi – sindaco della Città di Manfredonia)
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